Thursday, 29 July 2010

LA MUSICA DEI MORTI VIVENTI

Oggi siamo circondati da musicisti, cantanti o pseudo-tali che pronunciano frasi come "la musica è vita" o altre paraculate del genere.
Il motivo che mi spinge a criticare esternazioni di questo tipo è molto semplice.
Questo genere di frasi vengono pronunciate per delle forzature dettate sia dal music-business, che dalla paura di apprendere la realtà da parte degli ascoltatori (soprattutto in Italia).
Mi spiego meglio.
L'essere umano si sa, è spesso turbato dal pensiero della morte e di conseguenza fa di tutto (spesso inconsapevolmente) per evitarlo.
Il modo più scontato e apparentemente semplice per riuscire in tale impresa è senza dubbio quello di amare la vita ed ogni forma di attaccamento positivo ad essa.
Forse è giusto, sano e probabilmente costruttivo per il raggiungimento della felicità, ci mancherebbe (io personalmente mi dissocio da questo tipo di ragionamento).
Quello che trovo molto scorretto e decisamente ipocrita (per non dire paraculo) è il mascherare di tale pseudo-ottimismo determinate realtà come la musica, che invece vanno decisamente oltre a quello che può giovare al popolo e alla sua lotta contro la paura di morire.
Pochi giorni fa, camminando nei pressi del famoso "Holyrood Park" di Edinburgo (zona sud-est), mi sono trovato di fianco ad un piccolo cimitero tipicamente British.
Purtroppo il cimitero in questione era chiuso (del resto si dice "Rest In Peace") e di conseguenza mi sono dovuto accontentare di osservarlo dall'esterno, più precisamente dall'elegante ringhiera che lo divideva dal marciapiede.
In quel momento, neanche a farlo di proposito, stavo ascoltando "Adagio For Strings" di Samuel Barber, ovvero un'opera che spesso e volentieri accompagna scene di morte in diversi film ("Elephant Man" di David Lynch, tanto per dirne uno).
Tale coincidenza mi ha portato inevitabilmente a riflettere sul connubio tra musica e morte, ovvero un'unione che esiste da sempre e che è in realtà molto più concreta di quella tra musica e vita.
Per rendirci conto della solidità storica di questo legame, infatti, basta pensare alle innumerevoli "Requiem" composte dal periodo pre-classico a quello post-romantico, oppure ad altre composizioni come il poema sinfonico "Dase Macabre" di Camille Saint-Saëns (1874), ispiriato addirittura all'omonima opera iconografica di epoca mediavale.

Anche nell'ultimo secolo il tema della morte è stato spesso affrontato attraverso la musica, anche se in modo diverso (più narrativo e meno concettuale) a causa della commercializzazione della musica leggera.
Musica e morte sono due realtà indiscutibilmente di stampo emozionale e di conseguenza viaggiano da sempre sugli stessi binari sensoriali dell'essere umano. Infatti non bisogna dimenticare che entrambi i fenomeni hanno la stessa identica tipologia di svolgimento. La morte e la musica sono infatti delle dimensioni ben determinate, consecutive rispettivamente al morire e al suonare.
Provare a scindere le due cose equivale quindi a cercare di snaturale solo per ottenere l'attaccamento di un pubblico impaurito e che per far fronte alla propria paura spende dei soldi (o clicca "download") a favore di coloro che apparentemente sembrano in grado di proporre una salvezza che in realtà non esiste e che anzi, non fa altro che rimandare l'unico vero processo inevitabile presente in natura (e spesso, dopo aver rimandato un problema, questo assume dimensioni titaniche nel momento in cui non si può più fare a meno di affrontarlo).
La scelta, come sempre, sta a noi:
Fare i cagasotto e credere a coloro che parlano di un "per sempre" che non esiste, o prendere la consapevolezza che l'unica certezza che abbiamo meriti più rispetto e soprattutto meriti di essere accompagnata da un'arte sincera?
Scegliete bene, non abbiate fretta, tanto di tempo ne avete abbastanza. Forse.

Edgar

Monday, 26 July 2010

PRIMI DI DUEMILADIECI

Musicalmente, il 2010, è stato (e probabilmente continuerà ad essere) un anno molto interessante.
Lasciando da parte l'imminente uscita di "The Suburbs", terzo album degli ormai celebri Arcade Fire (che in ogni caso non ha regalato delle anteprime poi così eccitanti) e cercando di non porsi troppe volte al giorno la domanda "uscirà il nuovo album dei TOOL si o no?" (impresa più che ardua), gli ultimi sette mesi ci hanno regalato sicuramente dei titoli degni di nota.
A differenza del 2009, anno in cui ha stradominato l'ambient (Tim Hecker - An Imaginary Country, Mountains - Coral, Black To Comm - Alphabet 1968 ecc.), il 2010 presenta più colori.
Il motivo non mi è ancora chiaro.
Forse sarà perchè le parole "crisi" ed "emo" cominciano a pesare di meno anche in un territorio apparentemente immune come quello dell'avanguardia?
O magari questo risvolto più ritmato si deve al ritorno di nomi pesanti come ad esempio quello dei Massive Attack o addirittura di Varg Vikernes in arte "Burzum"?
Magari nessuna delle due ipotesi è quella corretta.
Magari il 2010 ci sta regalando determinate perle solo perchè come anno in se, suona proprio bene (DUEMILADIECI).
Quello che è certo è che album come "One Armed Bandit" dei Jagga Jazzist, "Mulatu Steps Ahead" di Mulatu Astatke, "Does It Look Like I'm Here" degli Emeralds o "613" di Chapelier Fou, per farci cambiere idea sul nostro concetto di pessimismo e per regalarci almeno qualche minuto di chaos per una volta esteriore, ce la stanno mettendo tutta.
L'anno non è ancora finito, di conseguenza oggi ci si può limitare soltanto a fare dei nomi senza nessun piazzamento. Al massimo, se proprio vogliamo giocare al "piccolo critico", possiamo mostrare quella che forse è la cover più azzeccata con i contenuti del disco (fin'ora):


Un'altro aspetto molto importante di questo 2010 è senza dubbio quello dei giorni sul calendario da segnare con una grossa X in neretto.
Tralasciando coloro che sono già venuti a trovarci (es. Deftones), ci sono diversi artisti che tra non molto passeranno dalle nostre parti.
Alcuni di questi sono considerati dalla critica mondiale come le nuove bandiere del post-rock, altri invece non hanno certo bisogno di presentazioni ma al massimo di un articolo interamente dedicato a loro su questo blog (questione di tempo):
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• Arcade Fire 02.07.10 - Arena Parco Nord, Bologna.

• This Will Destroy You 07.10.10 - Apartamento Hoffman, Conegliano (TV), 08.10.10 - Init Club, Roma, 09.10.10 - King Club, Livorno.

• Einstürzende Neubauten 14.11.10 - Estragon, Bologna

• Caspian - Data e luogo da definire (probabilmente Dicembre)
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Sicuramente non stiamo vivendo il periodo più bello della storia della musica mondiale, ma a quanto pare quest'anno non abbiamo molto materiale per lamentarci.
Certo è che un pò di chiarezza la si dovrà fare.
Johann Sebastian Bach diceva che non ci si deve mai fidare della musica che si presenta bella al primo ascolto (e pare che di musica Bach ne capisse abbastanza).
Sicuramente, col beneficio del dubbio, uno dei titoli citati in questo articolo perderà qualche punto col passare del tempo (così come qualcun'altro potrebbe guadagnarselo meritatamente).
In ogni caso dato che non sono ancora state fatte delle classifiche possiamo ancora stare tranquilli con le nostre coscienze e goderci i primi frutti di questa semi-annata.
Saluti da Edinburgh, dove giovedì prossimo assisterò ad un concerto per dieci cornamuse.
Dieci, come DUEMILADIECI.


Edgar

Sunday, 25 July 2010

LIGA L'ITALIA

La maggior parte dei miei "amici" dei social network sta postando link di Luciano Ligabue a ripetizione. Perchè?
Semplice: in questi giorni, il vecchio (e lo è davvero) Liga, si sta esibendo nei principali palchi Italiani. Di conseguenza tutti vanno ai suoi concerti e tutti si fanno trascinare da uno stato di demenza cronica che spesso e volentieri si trasforma in una sorta di semi-sudditanza da post-concerto.
Succedeva anche a me prima di compiere vent'anni, si chiaro, ma non per Ligabue (sia ancor più chiaro).
Non parlerò di quanto sia qualitativamente scarso Ligabue perchè questo lo sanno sia coloro che s'intendono di musica e sia coloro che non se ne intendono. Insomma, la questione è vecchia e la si può tranquillamente ignorare.
Piuttosto parlerò di un altro aspetto che in Italia è rappresentato anche da ciò che un personaggio come Ligabue comunica, in quanto non si sta parlando di un Gigi D'Alessio che rappresenta il nazional-popolare, ma si sta parlando di un Ligabue che riempie gli stadi da anni.
Luciano Ligabue è uno dei massimi esponenti di quella categoria di persone che in Italia rappresenta un modo di pensare, di agire e soprattutto di scegliere.
Chi sceglie Ligabue spesso si crede o un "romantico" o un "ribelle".
Del resto il secondo Luciano più famoso d'Italia parla da anni ed anni di "Rock'n'Roll" e di "amore" (non proprio le 2 parole più sconosciute al mondo).
Se parliamo di ribellione la questione è legata al finto rock che il Liga ci propone.
Nel senso che come quasi tutti sanno, il rock è legato alla ribellione e di conseguenza il rocker è anche un ribelle.
Ligabue non è un ribelle.
Ligabue è un miliardario che da anni continua a proporre una musica qualitativamente molto scarsa e spesso e volentieri lo fa anche male come al suo famoso concerto di qualche anno fa a Campovolo, dove file di spettatori paganti potevano tranquillamente conversare tra di loro dato che un "problema audio" non permetteva a questi di poter sentire il loro beniamino (che in ogni caso quella sera si è intascato i soldi e qualche mese dopo ha fatto uscire addirittura un DVD relativo all'evento).
Questo non è Rock e spero che fin qui siate tutti d'accordo.
La ribellione Ligabue non l'ha mai fatta e non la farà mai.
Ligabue fino a qualche mese fa ha dichiarato di sentirsi vecchio.
I veri rockers, e soprattutto i veri VECCHI rockers, rockeggiano ancora e lo fanno molto bene (es: AC/DC).
Nonostante le vere droghe che prendono da anni (che sono ben diverse dalle casse di malox che il Liga conserva probabilmente a Correggio) continuano a suonare e a portare avanti una parola che oggi magari non vale più molto, ma che comunque rimane sempre coerente con lo stile di vita di chi l'ha pronunciata (e di questi tempi non è poco).
Sapendo bene che i fan di Ligabue non sono interessati alla questione (probabilmente perchè non sono interessati ne al rock e ne alla ribellione), parlerò dell'altro aspetto legato al successo del Luciano nazionale.
Parlerò d'amore.
Conosco almeno una cinquantina di coppie che come propria canzone ha "scelto" una canzone del Liga.
La cosa non solo la trovo abbastanza triste, ma la trovo addirittura preoccupante.
Oggi, come stanno le coppie Italiane? Come sta messo l'amore in Italia?
Siamo veramente un paese destinato a cantare una "piccola stella senza cielo" per farci perdonare per un tradimento o da chissà quale altra carnevalata sentimentale?
Siamo davvero un paese che non riesce a trovare una canzone migliore di "ho messo via" da ascoltare nel momento in cui si viene lasciati dal proprio partner?
Siamo un paese destinato ad attaccare lucchetti (ennesimo simbolo ribaltato dalla generazione moderna http://www.poster.net/vicious-sid/vicious-sid-live-6500029.jpg) per poi andare a cantare "l'amore conta" insieme alla nostra fidanzata? A quanto pare si perchè in questo tour, Ligabue, sta registrando un somma record di vendite di biglietti. Di conseguenza è probabile che su 4 amici che avete, 2 (probabilmente una coppia) siano andati al concerto.
Sapete cosa vuol dire questo?
Questo vuol dire che dall'epoca del Romanticismo ad oggi, personaggi come Madame de Stäel, Victor Hugo, Giacomo Leopardi e Luigi Tenco, sono morti per nulla.
Attenzione, non fate l'errore di credervi immuni a tutto ciò solo perchè ascoltate cose che vanno dai "Dark Funeral" ai concerti scritti da Mozart per flauto ed arpa.
Il testo di "l'amore conta", una volta, mi è stato inviato per sms da una persona che era perfettamente consapevole dei miei gusti musicali (e ho detto tutto).
Se l'amore conta è perchè l'amore è una cosa seria.
Le cose serie, per favore, non affidatele a Ligabue.

Edgar

Saturday, 24 July 2010

HELL(O)

Mi chiamo Edgar e Vivo a Milano, dove esercito 2 professioni:
• Sound Designer/Compositore
• Docente di scuola superiore
Come sound designer/compositore, negli ultimi 2 anni (ovvero una volta conseguito il diploma dello IED di Milano nel corso di "Sound Design"), ho svolto una serie di lavori.
Alcuni di questi per emittenti famose come Mediaset, altri invece per progetti indipendenti.
Per mediaset, ad esempio, ho realizzato il sound design della sigla di Moto-GP Quiz dello scorso anno e il sound design delle puntate di Angel's Friends (in collaborazione con Fabrizio Martini), un cartone animato per bambini andato in onda lo scorso inverno.
A livello indipendente, invece, ho realizzato diversi lavori come ad esempio la produzione della parte audio di "Fondere il XXI secolo" (un'installazione organizzata all'interno della Fonderia Artistica dei F.lli Battaglia di Milano), la realizzazione del sound design e della colonna sonora di "Berlikete" (un cortometraggio di Ivana Smudja che è stato recensito anche da alcuni magazines nazionali come Rumore e Rockerilla) e la realizzazine del sound design e delle musiche per la demo di "Neighborodd", un progetto di animazione 3D del "Chaosmonger Studio" di Nicola Piovesan.

Fondere il XXI secolo:

Berlikete:

Berlikete from Ivana Smudja on Vimeo.


Creare musiche ed effetti sonori per altri prodotti media è oggi indispensabile.
Per questo motivo mi preoccupo di insegnare ai giovanissimi questo tipo di professione.
A Camerlata (CO), sono infatti docente di "Lab. di Suono" nel corso di "Comunicazione Audiovisiva" dell'I.P.S.I.A. Ripamonti.
In realtà, oltre ad assicurarmi il completo apprendimento delle tecniche di post-produzione da parte degli studenti, mi cimento spesso nella spiegazione della storia della scena musicale mondiale dagli inzi del '900 ai giorni nostri.
Questo accade perchè la passione per questo tipo di studi mi accompagna da molti anni.
Infatti, dal '98 ad oggi, studio costantemente i percorsi musicali di ogni genere.
Dalla POP-Music alle avanguardie di nicchia, cerco di apprendere ogni tipo di produzione e di analizzarla in tutte le sue fasi, in modo tale da prenderne il meglio e di lasciare da parte la grande quantità di spazzatura che oggi domina nei nostri (vostri) lettori mp3.
Tale passione mi ha spinto anche a fondare, qualche mese fa, un progetto musicale omonimo di electro-acustic, ambient e post-rock.
Tale progetto è soltanto alle battute iniziali e per la prossima stagione è in programma (grazie anche alla collaborazione di altri musicisti che faranno parte della formazione live), la stesura del nuovo materiale.
Edgar, quindi, è anche questo:
EDGAR by _Edgar_

Da questo link potete scaricare l'intero EP (5 tracce, iTunes cover and credits):
http://www.mediafire.com/?yjijw3gi1wn

Da quest'altro potete accedere alla pagina fan di Facebook:
http://www.facebook.com/pages/Edgar/129610307049691

Il myspace, invece, lo trovate a questo indirizzo:
http://www.myspace.com/edgarartist

La musica, da come avrete senz'altro capito, sarà la materia principale di questo blog.
Le recensioni dei dischi, le critiche, le tematiche a sfondo artistico e/o audiovisivo ecc., saranno i contenuti principali che verranno affrontati.
Se voi lettori avrete la voglia e la pazienza di partecipare alle discussioni riguardo questi argomenti o di proporne degli altri, potrete contattarmi all'indirizzo mail presente nel mio profilo.
Attualmente mi trovo ad Edinburgo (Scozia), ed è da qui che vi porgo il mio primo saluto.

Edgar